Pranzo al G8 – Piazza Alimonda, Genova 2001

PRANZO AL G8
I fatti del G8 e la morte di Carlo Giuliani a Piazza Alimonda, Genova 20 luglio 2001
Versi e musica di Mauro Geraci con brani tratti da Litania del grande poeta Giorgio Caproni

Roma, 24 luglio 2001

Immediatamente dopo la terribile uccisione di Carlo Giuliani ho voluto raccontare il contrasto tra ciò che accadeva nel palazzo del G8 e ciò che avveniva fuori, nelle piazze di Genova trasformate in veri e propri bagni di sangue. In particolare ho voluto mettere in musica il contrasto tra il menù, ben messo in vista da ogni giornale nazionale, che gli otto capi del mondo hanno avuto modo di gustare mentre fuori si massacravano i manifestanti e Carlo Giuliani veniva ucciso. Ho voluto farlo richiamando anche qualche verso di “Litania”, lo straordinario componimento poetico che Giorgio Caproni pubblicò nel 1956, nella raccolta “Il passaggio di Enea” e dedicata ai paesaggi, ai colori, agli odori, alle luci e alle ombre, alle levità e alle pesantezze, ai violenti contrasti Genova.

Testo

Polipo cotto
si mangiano in otto,
fuori c’è caldo
per questo G8.

Ferrari e Berlucchi
sono gli aperitivi
e il sangue è l’olio
dei liguri ulivi.

Poi lasagnette
al pesto leggero,
col pesto pesante
si va al cimitero.

Di pesce e di scampi
si riempion le panze
e sulle strade
che strane mattanze.

Poi per dessert
un toscano ed un porto
davanti a Carlo
in tivvù steso morto.

Genova città intera,
geranio, polveriera.
Genova di ferro e aria,
lavagna ed arenaria.
Genova verticale,
vertigine, aria e scale.
Genova nera e bianca,
cacumine e distanza.
Genova dove non vivo,
mio nome, sostantivo.
Genova mia tradita,
rimorso per la vita.
Genova di limone,
di specchio e di cannone.
Genova ferro e sole,
rincorse e sassaiole.

 

Ora che han fatto
questo grande banchetto
i rifiuti dal piatto
passan nel cassonetto.

Un po’ d’olio sprecato
qualche pezzo di polpa
ed un occhio sfondato
da chi mai non ha colpa.

E le lische e le teste
ora puzzan di morte,
sono vuote le ceste
ed è vuota la corte.

Sono sporchi i bicchieri
di fumo e di mosto,
tovaglioli striati
di sugo e d’arrosto.

Lacrimogeni e gas
han gettato abbastanza,
ora Carlo piangiamo
e poi andiamo in vacanza.

Genova illividita
inverno nelle dita.
Genova tutta tetto
macerie, castelletto.
Genova di torri bianche,
di lucri, di palanche.
Genova ch’è tutto dire,
sospiro da non finire.
Genova quarta corda
sirena che non si scorda.
Genova di grigie mura,
distretto, la paura.
Genova dell’entroterra
di sassi rossi e guerra.
Genova balneare
di un bagno ma non di mare.

Ascolta

 

 

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Author: Mauro Geraci

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