SCILLA E CARIDDI NEL MITO, NELL’ARTE E NELLA LETTERATURA
interventi di Mauro Geraci (antropologo culturale e cantastorie) e di Vincenzo Zappia (architetto)
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI REGGIO CALABRIA
Sabato 19 agosto 2023, ore 21, presso la terrazza del
“Al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria il 19 agosto si terrà, con Mauro Geraci (antropologo culturale, studioso dei cantastorie e cantastorie egli stesso) e l’architetto Vincenzo Zappia, quella che mi auguro sarà una ”conversazione interattiva” tra relatori e pubblico. Non deve essere una esposizione ex cattedra ma un modo, seppure insolito e inconsueto, di partecipazione con aggiunte, precisazioni e perfino confutazioni alla narrazione da parte di chi ascolta. Da moderatore mi attiverò perché questo avvenga. Si parlerà di Scilla e Cariddi anzi di “Scill’e Cariddi” (chi verrà scoprirà il perché) nel mito, nell’arte e nella letteratura. Si tratta di un tema non nuovo e per questo cercheremo di proporre qualcosa di diverso o di elucubrare in modo diverso e, perché no, surreale. Mito deriva dal termine greco mythos che significa “racconto” ma non va considerato come una creazione fantastica, senza rapporti con il mondo reale, avendo una sua verità da dire, spesso profonda. Dicevano i greci: il mito insegna, racconta come comportarsi. Il mito insegna la vita. Esso è il nostro serbatoio di conoscenze a partire, come nel nostro caso, da quelle epoche in cui vigeva la tradizione orale, omerica appunto. Scilla e Cariddi erano due donne e in quanto meridionali bellissime (beh, lo ammetto: sono campanilista). A causa di terribili sortilegi, da bellissime qual erano, sono trasformate in mostri che pattugliano da opposte sponde lo stretto di mare che divide (ancora per poco?) Reggio Calabria da Messina incutendo terrore e rappresentando una letale minaccia per i marinai. Come tante altre creature mitologiche sono lo specchio di reali pericoli e banco di prova per gli eroi. E se non bastasse poi ci sono le Sirene. E qui subentra l’astuzia dell’intelligenza. Non per niente siamo greci, epigoni di Megàle Hellàs…”. Post di Fortunato Zappia, Facebook, 7 agosto 2023.
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