Tiziana Oppizzi: Maria Occhipinti ferma ogni guerra. Una ballata della cantastorie milanese dedicata alla grande anarchica siciliana e alla sua lotta antimilitarista e contro ogni guerra.

UNA BALLATA DELLA CANTASTORIE TIZIANA OPPIZZI
DEDICATA ALLA GRANDE ANARCHICA SICILIANA MARIA OCCHIPINTI:

MARIA OCCHIPINTI FERMA OGNI GUERRA

Con grandissimo piacere vi presento qui il testo e l’audio di Maria Occhipinti ferma ogni guerra, bellissima ballata che la cantastorie Tiziana Oppizzi ha appena composto e dedicato a Maria Occhipinti, anarchica siciliana che per tutta la vita ha lottato in prima persona e col suo corpo contro ogni guerra e logica militarista. Lo scorso 23 dicembre 2022, di passaggio a Milano, ho avuto il grandissimo piacere di cantarla e registrarla assieme a Tiziana, mettendone s punto la parte musicale. La versione che qui potete ascoltare – dopo il testo e una breve nota di Daniela Musumeci su Maria Occhipinti tratta dall’Enciclopedia delle donne (enciclopediadelledonne.it) e con ampi stralci da Una donna di Ragusa, esemplare autobiografia della stessa compagna –  è dunque il frutto di questa registrazione estemporanea, tanto casalinga quanto partecipata ed efficace. Grazie infinite, dunque, alla cantastorie milanese Tiziana Oppizzi per aver ridato nuova voce all’impegno anarchico e antimilitarista della compagna Maria Occhipinti.

MARIA OCCHIPINTI
Ragusa 1921 – Roma 1996

«Le cartoline precetto che ordinavano ai giovani dai venti ai trent’anni di presentarsi ai distretti cominciarono ad arrivare in Sicilia tra la fine di novembre e i primi di dicembre del 1944. […] Quando i carabinieri presero a rastrellare i renitenti casa per casa, ci furono tumulti, scontri a fuoco, incendi dei municipi, occupazioni di interi paesi». Già dalla primavera, più volte, le forze dell’ordine avevano aggredito assembramenti pacifici di donne e bambini che chiedevano pane e lavoro o contadini che occupavano terre incolte confidando nella sponda politica dei decreti Gullo, mai rispettati nell’isola, e nella guida di tanti sindacalisti, destinati ad annodare un rosario di sangue che ancora oggi esige giustizia. Il 19 ottobre 1944, ad esempio, a mezzogiorno, fu perpetrata a Palermo la strage di via Maqueda: la fanteria sabauda aprì il fuoco su una folla inerme che dimostrava per il pane, uccidendo 24 persone e ferendone altre 158, la maggior parte minorenni! «Maria Occhipinti in quell’epoca ha ventitre anni, è incinta di cinque mesi e vive con il marito, i genitori, le sorelle nel quartiere dei ‘mastricarretti’, la zona più popolare di Ragusa». Ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza senza amore e senza cultura, senza carezze e senza musica o poesia, ma è curiosa, e con passione confusa legge, si guarda intorno: la guerra le fa orrore, e pena quei profughi, uomini ridotti come ‘cani randagi’. Con grande scandalo del marito, del padre e di tutti gli uomini del vicinato si iscrive alla Camera del Lavoro, organizza le donne del quartiere mescolandosi alle prime manifestazioni contro il carovita e il mancato pagamento dei sussidi alle famiglie dei richiamati alle armi. La mattina del 4 gennaio 1945, l’ennesimo rastrellamento. ‘All’incrocio dello stradone, mi trovai dinanzi al camion, seguita dalle altre donne. Ci avvicinammo agli sbirri, che erano armati, cercando di persuaderli: Lasciate i nostri figli, per carità, lasciateli. Qualcuna tentava di disarmarli o s’inginocchiava per commuoverli. Dei giovani piangevano, altri avevano nello sguardo lampi d’odio. Ma i poliziotti erano impassibili, il camion riprendeva la sua marcia lenta e inesorabile. Allora urlai: Lasciateli! E mi stesi supina davanti alle ruote del camion […] Lo stradone in pochi minuti fu pieno di gente eccitata e pronta a tutto. […] Ma l’ira dei soldati fu tremenda, spararono sulla folla inerme.’ Maria viene condannata al confino ad Ustica, dove le nasce la bambina, e poi trasferita con la piccola al carcere delle Benedettine a Palermo, infine liberata per l’amnistia di Togliatti. Il racconto che Maria Occhipinti fa di questa sua esperienza è però ben più di una testimonianza personale: colpisce in questo suo primo libro la sensibilità con la quale raccoglie le storie di vita di altre donne, nel suo quartiere detto “la Russia”, proprio perché abitato da persone che si sono avvicinate alla Camera del Lavoro e sono tacciate, specie se donne, di essere “comuniste e ribelli”, e poi al confino e in carcere. Insomma si tratta, almeno in parte, di un libro-inchiesta, simile a quelli che scriverà Danilo Dolci da Partinico.
Un breve esempio: «la triste canzone che risuona in tutte le carceri siciliane:

Mamma, che mi facesti sfortunata,
il carcere mi desti tu per dote.
Carceratella sono di san Vito;
entro con la parola e n’esco muta.
Chi dice trenta e chi dice quaranta
Come riesce, la cosa si conta».

A partire dagli anni Sessanta la Occhipinti viaggerà in Marocco, a Parigi, a Londra, in Canada, sempre attenta e sempre a servizio, come quando si troverà a lavorare in un ospedale psichiatrico alle Haway. Tornata in Italia con la figlia, collaborerà a diversi quotidiani e riviste, proseguendo il suo impegno politico libertario, tra l’altro, contro l’installazione dei missili nucleari a Comiso.

Daniela Musumeci

MARIA OCCHIPINTI FERMA OGNI GUERRA
Versi e musica di Tiziana Oppizzi

Testo

Questa è la storia vera
di una donna combattente
che ha detto no alla guerra
protestando fermamente.

Dalle pagine di un libro
ti ho scoperto e mi hai colpito
Maria Occhipinti
dallo sguardo fiero e ardito.

Sulle strade di Ragusa
hai spezzato le catene,
tante lotte per il pane
con le donne del quartiere.

Con la guerra ancora in corso
ti sei iscritta al sindacato,
troppa era l’ingiustizia
ma a quei tempi era peccato

Poi nel quarantacinque
un sol grido: “No alla guerra”,
eri di cinque mesi
e ti sdraiavi sulla terra.

Insieme ad altre mamme
la giovane Maria
alla testa della lotta
vuol fermar la fanteria.

Impedivan la partenza
di ragazzi e richiamati
che sui camion con violenza
con la forza caricati.

Dei Savoia la sbirraglia
minacciava col fucile
han sparato sulla gente
son due vittime a morire.

Da Palermo a Siracusa,
da Messina ad Agrigento
la Sicilia ora s’infiamma
cresce un grande movimento.

Sparatorie sulla folla
e tumulti da spavento
la rivolta a uno Stato
sordo cieco e violento.

“Non si parte! Non si parte!”
tu per prima l’hai gridato,
il potere per vendetta
contro te si è scatenato.

Al confino ti han mandato
con la bimba appena nata
ti opponevi all’ingiustizia
poi a Palermo carcerata.

Sempre pronta a denunciare,
tu ribelle combattente
i soprusi della legge
verso chi non conta niente.

Contro tutti i pregiudizi
e distesa sulla terra
hai fermato col tuo corpo
l’ingiustizia e la guerra.

Con te siamo stesi a terra,
un sol pugno in cielo alzato
di lassù pronto a schiacciare
quando parte un carro armato.

Di lassù pronto a schiacciare
le violenze dello Stato!

 

Ascolta e/o scarica

Maria Occhipinti ferma ogni guerra. Versi e musica di Tiziana Oppizzi. Canta Tiziana Oppizzi e Mauro Geraci

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Author: Mauro Geraci

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